sabato 19 febbraio 2022

#Cinema&SerieTv: Il Truffatore di Tinder

Come avevamo già detto nell’articolo “Siti d’incontri” tutti (o quasi) hanno usato almeno una volta nella vita un’app per trovare l’anima gemella, l’altra metà della mela. Nel terrore di rimanere soli, affidiamo alla superficialità di un like/dislike, di uno sfogliare a destra o a sinistra a un programma che con degli algoritmi ci farà virtualmente vedere qualcuno con caratteristiche simili alle nostre o con i nostri stessi interessi. Ma cosa succede se la persona dall’altra parte si approfitta dell’ingenuità dei più fragili? Ecco, il documentario di NetflixIl truffatore di Tinder” mostra cosa succede nel fidarsi troppo dell’altro.

Attraverso le storie di diverse donne, veniamo a conoscenza di Simon Leviev (il cui vero nome è Shimon Yehuda Hayut), un giovane iraniano che attraverso un complicato - e osiamo dire ingegnoso - sistema, ha ingannato centinaia di ragazze, tutte accecate dal desiderio di essere la compagna del “principe dei diamanti”. Il primo caso che ci viene presentato è quello di Cecilie, una studentessa norvegese di 29 anni. Mentre era su Tinder, le  capitò di “matchare” (manifestare un interesse reciproco sull’applicazione) con Simon. Spulciando il suo profilo Instagram collegato all’app, la giovane si rese conto che il ragazzo conduceva una vita molto diversa dalla sua: cene d’affari, viaggi in posti esotici, pilotava jet, in pratica una persona molto benestante. Iniziò con un messaggio: “Ciao, domani parto per Londra, ci prendiamo un caffè?” 

L’incontro era programmato per il famoso Four Seasons. Chiacchierando, venne fuori che era il CEO della LLD Diamonds, l’azienda del padre Lev Leviev, il Re dei diamanti, il che rendeva Simon una sorta di Principe. Tra viaggi lussuosi pagati dal ragazzo, cene e simili, Cecilie se ne innamorò perdutamente. Addirittura Simon le aveva chiesto di vedere alcuni appartamenti costosissimi per andare a vivere insieme. Poi, però, arrivarono i problemi: Simon era una persona che doveva fare costantemente degli importanti viaggi di lavoro. Una sera mandò delle foto dove sia lui che la sua guardia del corpo erano feriti, ma scappati a un agguato di alcuni rapitori, i suoi nemici. Le persone che lo stavano cercando per ucciderlo non si sarebbero fermati davanti a nulla e avrebbero fatto di tutto per rintracciarlo, compreso il tracciare le sue carte. Spaventata per la sorte del suo “compagno”, Cecilie fece di tutto per lui, come girargli i dati della propria carta di credito. Da lì cominciò a chiederle sempre più denaro, fino a che la giovane non finì per indebitarsi con i creditori per una cifra pari a centocinquantamila dollari. Senza farsi alcuno scrupolo, Simon truffava una donna servendosi di quel denaro per adescarne altre con la sua apparente ricchezza. Fingeva di rimborsare le sue vittime con assegni falsi e poi spariva dalle loro vite.

Shimon venne arrestato per frode in Finlandia per tre anni nel 2015. Tornato in Israele, nel 2019 venne condannato a quindici mesi di carcere, ma rilasciato cinque mesi dopo per lo scoppio della pandemia. Nel 2020 finse addirittura di essere un operatore sanitario per farsi vaccinare subito. Insomma, non una persona nuova alle truffe.

Cecilie, Pernilla, Ayleen e tutte le altre donne hanno subito una tempesta mediatica perché si erano fatte abbindolare dalla ricchezza che Simon ispirava loro. Arrampicatrici sociali, superficiali, stupide, i commenti negativi piovevano come se la colpa fosse solo ed esclusivamente loro.

Noi di 4Muses non ci sentiamo di giudicare, perché abbiamo detto più volte che se una donna sceglie di sposarsi con una persona per uno status sociale, economico e quant’altro, non va vista in maniera negativa; esiste la libertà, quindi anche si scegliere determinati rapporti. 
Noi parliamo di ingenuità delle vittime, che hanno scelto di fidarsi, ma spesso vittima e carnefice sono due facce della stessa medaglia. Fingiamo tutti, con piani più o meno elaborati e tutti mostriamo un lato diverso sui social, figuriamoci sulle app d’incontri. È facile giudicare queste donne, dire che sono state fin troppo ingenue a credere alle parole di un truffatore, ma siamo sicuri che anche noi siamo così al di sopra di loro? Quante volte siamo caduti vittima di una truffa? Quanti hanno cliccato su link che “regalavano” smartphone usciti il giorno prima? Quanti, più in generale, si sono fidati di persone che li hanno poi presi in giro? Siamo tutti ingenui, siamo tutti come Cecilie, Pernilla e Ayleen. Sappiamo già i commenti che queste asserzioni potrebbero suscitare, come “Ma io non darei mai milioni di euro/dollari a uno sconosciuto”, e potrebbe essere anche vero, ma fidatevi che credete anche voi a delle panzane non troppo diverse.

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